Il canto

La storia, molto semplice, è in effetti una antenata della sceneggiata napoletana. Una famiglia contadina, Pulcinella, il padre, Lucrezia (Zeza), la madre, Porzia (Porziella) la figlia.

Attorno a loro nasce il racconto. Pulcinella è appena uscito quando la moglie, “Zeza” e la figlia “Porzia” escono nell’aia e intonano un canto atto a richiamare gli uomini che si trovano nei dintorni "Azzeccativi cacciaturi mmò chi è ll’ora re lo magnà, Aimmo fatto na bella n’zalata, cicirifuogli e alice salate, chi vuò fà due bei bocconi due piccioni ci voglio spennà, chi ha appetito venesse a mangia”. Tutto questo per trovare marito alla bella figlia.

Irrompe allora Pulcinella che era poco lontano e ha sentito l’appello e rivolgendosi alla moglie le intima di tutelare l’onore della figlia e che avrebbe acconsentito ad un matrimonio solo quando questa avesse avuto quaranta anni e sarebbe stata abbastanza grassa da mettere al mondo una mezza dozzina di figli. La storia va avanti tra colpi di scena che culminano con il ferimento di Pulcinella da parte di Don Zenobio, giovane laureando in medicina.

A questo punto Pulcinella viene guarito dallo stesso in cambio della mano della figlia.

Alla fine del canto tutti i zezaiuoli si esibiscono nel ballo della quadriglia.

 

 

Il ballo della QUADRIGLIA.

Anno 1994.